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QUARTA TAPPA:

Zocca – Guiglia

22,1 KM.
01. DETTAGLI TECNICI

Lunghezza: 22,100 km
Tempo: 6,30 ore
Dislivello in salita: 461 mt
Dislivello in discesa: 804 mt
Sterrato: 65%
Asfalto: 35%
Difficoltà: Media
Acqua sul percorso: Zocca (alla partenza) – Montecorone (in paese) – Monteorsello – (in paese) – Casa Galassi – Guiglia (in paese)

02. PRESENTAZIONE

Dopo aver raggiunto il punto più alto del cammino inizia la discesa verso Vignola.

 

Lasciato l’antico ospitale di San Giacomo si incontrano i Treppi della Ruzzola. È così chiamato il campo da gioco dedicato al lancio della ruzzola, un disco di legno che ricorda una forma di formaggio pecorino o di caciotta. È un gioco molto antico di tradizione popolare e nel corso della storia venne posto fuorilegge o proibito in più di un’occasione in quanto considerato gioco d’azzardo o pericoloso per l’incolumità delle persone.

 

In meno di un’ora di cammino si raggiunge Zocca, paese natale di Vasco Rossi. Nella strada principale le vetrine dei negozi e dei bar riportano frasi delle canzoni più conosciute. In certi periodi dell’anno non è raro incontrarlo al Bibap Bar che si trova all’uscita del paese. La sua presenza corre veloce di bocca in bocca e spesso si radunano gruppi di persone in attesa di un autografo o di una foto.

 

Dopo Zocca si ritrovano i boschi caratterizzati dalla presenza maestosa dei castagni che lasciano il posto a campi coltivati o piccoli borghi che catturano l’attenzione. Sarà così per Zocchetta e più avanti per Montecorone. A Zocchetta, ritrovata la strada principale, incontriamo una chiesa con porticato. Per chi volesse visitarla nelle case vicine si possono contattare i volontari che si occupano della pulizia e manutenzione e di tanto in tanto danno la possibilità di cimentarsi nel suono delle campane.

 

Arrivati a Montecorone dopo una visita al borgo ci si incammina verso il Sasso di Sant’Andrea, una nuova conformazione rocciosa di estrema bellezza dopo i Sassi di Roccamalatina. Un luogo isolato, fuori dagli itinerari turistici, contrassegnato da un fascino misterioso. Una sosta sulla cima del sasso non si può perdere. Antiche tradizioni sostengono che questo luogo abbia poteri curativi, motivo in più per concedersi una sosta che ci restituisca le energie spese nel corso del Cammino. Di certo potremo ammirare un panorama stupendo con vista sul borgo di Montecorone.

 

Lasciato il Sasso di Sant’Andrea scendiamo ancora, immersi in una natura generosa di scorci da immortalare. Di tanto in tanto campi coltivati e contadini al lavoro. Guadiamo un torrente, lo costeggiamo prima di raggiungere la Selva di Monteorsello. Camminiamo su strada sterrata che fiancheggia un corso d’acqua e risaliamo fino al borgo di Monteorsello. Nel piccolo gruppo di case troviamo una chiesa con un alto campanile che svetta sugli altri edifici; avviene anche in altri luoghi, ma la particolare conformazione del borgo ne accentua la sensazione.

 

Ormai la meta della giornata è vicina, il paese di Guiglia ci accoglie con il suo balcone naturale verso la pianura. Nella parte alta è situato il Castello che merita sicuramente una visita. I volontari ne garantiscono l’apertura durante i fine settimana e dai loro racconti potremo scoprire che, tra le tante particolarità, è stata la sede di un casinò, quello che ebbe la vita più breve nella storia di questi luoghi per giochi d’azzardo. Ai piedi del Castello, sulla parte opposta del paese, troviamo una piccola chiesetta che riproduce esattamente la forma e la costruzione del Santuario di San Luca di Bologna.

 

È l’ultima notte del Cammino dell’Unione, prima dell’arrivo a Vignola. È ancora presto per festeggiare, ma una buona cena con piatti tradizionali e un bicchiere di lambrusco non possono mancare!

03. PERCORSO

Per chi ha pernottato a Montalbano: seguire l’itinerario 1 del parco fino a incrociare la SP 623, sulla destra avremo il BiBap Bar.

Per chi ha pernottato a Zocca: raggiungere lo stesso punto.

Per chi ha pernottato all’Antico Ospitale di San Giacomo: Usciti dall’ostello andiamo a destra poi giriamo a sinistra su Via Fontanelle che seguiamo senza deviazioni fiancheggiando i Treppi della Ruzzola dove si pratica un gioco antico che consiste nel lanciare un disco di legno, più o meno della grandezza di una forma di pecorino o caciotta, lungo un percorso definito. Al primo incrocio, dopo 1 km, proseguiamo dritto su Via Selve che teniamo per 900 mt. Giriamo a sinistra e seguiamo la strada per 2 km, che diventerà Via dello Sport, fino a Zocca. Attraversiamo Via Don Stradi e raggiungiamo la via centrale del paese, Via Mauro Tesi. Giriamo a destra e ci portiamo di fronte al BiBap Bar.

Partiamo dall’incrocio tra Via Bondigli e la SP 623. Dando le spalle a Via Bondigli, attraversiamo la provinciale e proseguiamo dritti su Via Dante Alighieri, sentiero 10 del Parco che seguiremo fino a Montecorone. Si prosegue su asfalto in leggera discesa, dopo circa 200 mt giriamo a destra in Via Macello. Poco dopo sulla sinistra incontriamo il lavatoio di Cà Vignole con punto acqua. Stiamo attraversando un tratto che ci consente di spaziare con lo sguardo. La prossima indicazione ci porta ad abbandonare l’asfalto, prendiamo a sinistra uno sterrato sempre contrassegnato con il numero 10 itinerario Parco. Si tiene la destra anche se ci sono indicazioni di strada privata e si cammina nel castagneto, sempre mantenendo la destra. Per un breve tratto ci si immette su asfalto dopo aver girato a sinistra. Siamo nei pressi di Zocchetta. Si attraversa il borgo antico, consigliamo sempre di farlo con calma per cogliere dettagli interessanti di questi luoghi antichi semiabbandonati. Si gira a sinistra in direzione di Montecorone. Siamo di nuovo sulla SP 623 che seguiremo per alcune centinaia di metri, passiamo la chiesa, proseguiamo ancora sulla provinciale fino a quando, dopo Casa Barattini, attraversiamo la strada e prendiamo Via Fragge che avevamo a destra, sempre itinerario 10. Scendiamo su sterrato fino ad incontrare nuovamente l’asfalto nei pressi di Montecorone. A sinistra c’è un cartello che indica ristorante e fonte di acqua solforosa, noi invece andiamo a destra in direzione del paese. Montecorone In prossimità del parcheggio il sentiero passa da itinerario 10 a itinerario 9 e si dirige a destra. Noi andiamo dritto in direzione del borgo, una piccola deviazione che allunga il percorso di soli 200 metri ma ci permette di visitare questa piccola perla delle colline modenesi. All’interno della chiesa è conservato un crocifisso ligneo di colore nero; si ritiene sia stato trovato presso il Sasso di Sant’Andrea. Al bivio giriamo a sinistra su Via Castello che seguiamo per poi girare a sinistra e ritrovarci nella piazzetta di Montecorone. Dopodiché scendiamo destra e poi a sinistra all’angolo di una casa. La discesa è per alcuni metri abbastanza ripida. Arriviamo nei pressi di una quercia maestosa sulla nostra destra, qui troviamo un incrocio di sentieri e strada sterrata, proseguiamo dritto tornando sull’itinerario 9 del Parco, che seguiremo fino al Sasso di Sant’Andrea. Camminiamo per un tratto nel bosco, incontriamo un gruppo di case con particolarità e colori che attirano l’attenzione, si scende e si cammina in un tratto aperto, al limite del bosco. In corrispondenza, sulla nostra sinistra, di un terreno con cataste di legna, arnie per api, si prende a destra e si torna nel bosco. Dopo 100 mt deviamo a sinistra per un’imperdibile visita al Sasso di Sant’Andrea, un altro luogo unico. In poche centinaia di metri passiamo dal bosco a spazi aperti, il terreno è quasi sabbioso, gli alberi diventano arbusti che cedono il posto alla roccia. La pietra è scavata dalle intemperie, dal vento o da chissà cos’altro. Si arriva direttamente alla sommità del Sasso e si resta colpiti da strane conformazioni che assomigliano agli ormeggi per le navi nei porti di mare. Invece siamo ai piedi dell’Appennino Tosco Emiliano. Davanti a noi il borgo antico di Montecorone. Vale la pena sedersi, stare in silenzio e stupirsi ancora per le bellezze di questo cammino. Lasciato il Sasso torniamo sull’itinerario 9, giriamo a sinistra e seguiamo il sentiero fino a Cà di Toti dove giriamo a sinistra. Dopo poco si gira a destra e si prende in ripida discesa per arrivare a quello che era il Mulino della Livia. Guadato il piccolo torrente l’itinerario 9 continua a sinistra fino a Roccamalatina, noi invece andiamo a destra e seguiamo il sentiero del Cammino dell’Unione, in questo tratto indicato anche con segni bianchi e blu. Per il momento è un sentiero non ufficiale del Parco che in meno di 1 km ci riporta su via Fernè e sul sentiero 406. Lì giriamo a destra e proseguiamo qualche centinaio di metri fino a quando il sentiero gira a sinistra per portarci a Monteorsello. Subito dopo in corrispondenza di un cancello di una casa si gira a destra (fare attenzione al cane spesso libero, si chiama Benito). Il sentiero attraversa la Selva di Monteorsello, si passa davanti alla Fattoria di Nonna Nella dove è possibile dormire e mangiare. Raggiunta di nuovo la strada asfaltata, Via Selva, si gira a sinistra, in salita, fino in prossimità della SP 623 (sempre lei). Prima di raggiungere la provinciale, quando Via Selva curva a destra noi andiamo a sinistra e in 200 metri siamo sulla SP 623. L’attraversiamo, giriamo a destra e proseguiamo per 200 mt, fino a quando la lasciamo dirigendoci a sinistra in salita verso Monteorsello, sempre sul sentiero 406. Anche qui troviamo un borgo antico con alcune particolarità interessanti. Dopo la chiesa troviamo un bar alimentari “Raggio di Sole”. Il sentiero CAI prosegue a destra ma noi andiamo a sinistra sempre su strada asfaltata. Scendiamo su Via J. Cantelli, giriamo a sinistra in Via Rio Lovio, al termine della discesa, in corrispondenza di un filare di pioppi, giriamo a destra e seguiamo il filare fino alla fine, dove giriamo a sinistra su carreggiata di campagna, poi dopo poco a destra e poi ancora a sinistra; qui ci aspetta un incontro con un viandante molto particolare. Lasciato il pellegrino passiamo ai piedi di due pioppi neri giganti, seguiamo la carreggiata in salita fino a raggiungere una strada vicinale in parte asfalto e in parte cemento. Giriamo a destra, ci lasciamo una casa sulla sinistra e dopo 100 metri ancora in salita  siamo a Casa Galassi dove troviamo il B&B La Terrazza. Luogo strategico dal mercoledì alla domenica per andare a piedi al birrificio artigianale White Dog a 1 km di distanza (possibilità di concordare passaggio). Chi vuole dormire a Guiglia, dove ci sono tutti i servizi può continuare per circa 2,5 km e circa mezz’ora di cammino. Da Casa Galassi si prosegue sulla stessa strada vicinale. All’incrocio con Via Rocchetta si gira a sinistra e dopo 200 mt si prende a destra, in salita il sentiero 410 che ci porta a Guiglia. Raggiunta Via Monteolo giriamo a sinistra e arrivati in Largo Ercole del Rio andiamo ancora a sinistra su Via della Repubblica, passiamo sotto il voltone e siamo in paese. Attraversiamo la piazza, dalla quale si ha una stupenda vista sulla pianura, saliamo ancora su Via Roma fino ai piedi del Castello che nella seconda metà del ‘900 fu sede di un casinò per soli 22 giorni.

Note per il giorno successivo: Anche per l’ultima tappa consigliamo di partire con qualcosa da mangiare. A Guiglia ci sono negozi di alimentari, forni e bar. L’ultimo bar alimentari, il salumificio Salusti, si trova un paio di km dopo la partenza. Non è necessario fare grandi scorte, a Savignano sul Panaro troveremo ogni tipo di servizio.

04.  DA VEDERE

Zocchetta: antico borgo.
Montecorone: antico borgo con piazzetta panoramica e Sasso di Sant’Andrea.
Monterosello: antico borgo.
Guiglia: castello e oratorio della Beata Vergine di San Luca che riproduce in dimensioni ridotte il santuario di Bologna.

05. ENOGASTRONOMIA

Se non l’avete già fatto provate i classici della cucina modenese, su tutti i tortellini in brodo. Guiglia però, è terra di borlenghi e sarebbe imperdonabile non assaggiarne almeno uno!

06. IMMAGINI

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