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SECONDA TAPPA:
Levizzano – Pieve di Trebbio
01. DETTAGLI TECNICI
Lunghezza: km 23,00
Tempo: 7 ore
Dislivello in salita: 970 mt
Dislivello in discesa: 650 mt
Sterrato: 65%
Asfalto: 35%
Difficoltà: Impegnativa
Acqua sul percorso: Levizzano (in paese e appena fuori, su Via Bedine, all’interno di un parco sulla sinistra) – Denzano (adiacente al cimitero) – Marano sul Panaro (piazza Matteotti – fonte La Grama) – Pieve di Trebbio, presso l’antica Pieve. ATTENZIONE: TRA MARANO E PIEVE DI TREBBIO NON CI SONO FONTANE SUL PERCORSO E IL BAR TRATTORIA AL FIUME CHIUDE 2/3 GIORNI ALLA SETTIMANA. SOLUZIONI: 1) PRIMA DI ATTRAVERSARE IL PONTE, PROSEGUENDO DRITTO PER 350 MT, TROVATE BAR ALIMENTARI. 2) 400 MT DOPO IL PONTE ANZICHE’ PROSEGUIRE DRITTO SU VIA FONDOVALLE, GIRARE A SINISTRA SU VIA CASTIGLIONE E A 500 MT TROVERETE FONTANA. POI TORNARE INDIETRO E RECUPERARE IL PERCORSO SU VIA FONDOVALLE.
02. PRESENTAZIONE
Nella seconda tappa si incontrano paesaggi affascinanti. Lasciato il borgo di Levizzano Rangone ci si inerpica per raggiungere il Monte Tre Croci. Un luogo affascinante e misterioso, dal profondo significato simbolico. Lo sguardo corre libero, a 360° sul paesaggio circostante. La pianura Padana sembra il grande contenitore della vita produttiva, ma ormai è lontana; ci troviamo sui calanchi di argilla che introducono le colline prima di incontrare l’Appennino.
Di tanto in tanto un campanile, testimone di una comunità che non abbandona il proprio territorio, che resiste nonostante le difficoltà, che non vuole perdere il contatto con le tradizioni. Ne sono una testimonianza i borghi di Denzano (splendida l’abside della chiesa) e quello di Villabianca. In entrambi troviamo una struttura con servizio accoglienza e ristorazione.
Il paesaggio è già diverso rispetto a ieri. I filari di Grasparossa hanno lasciato il posto ai calanchi, attraenti conformazioni argillose, ma povere di sostanze nutritive e impossibili da lavorare. Solo la vigna sembra sfidare il grigio e la magrezza dell’argilla. Lasciato il borgo di Villabianca camminiamo di nuovo tra i filari, piccoli appezzamenti di coraggiosi produttori locali.
Scesi dalla collina, sulla nostra sinistra si può scorgere un’antica fornace ormai avvinta dai rovi. Era una fabbrica di mattoni, quasi un esempio di archeologia industriale, oggi è ancora ben visibile l’imponente ciminiera. Di certo un luogo di lavoro per le famiglie che nel corso del ‘900 hanno vissuto a Marano sul Panaro. Di questo paese è importante ricordare che la piazza, negli anno ’80, è stato una dei primi esempi di pedonalizzazione e chiusura al traffico di un centro urbano.
A Marano ritroviamo il fiume Panaro che percorriamo in direzione opposta rispetto a ieri, verso il Cimone. A coronare la bellezza della tappa, una volta attraversato il ponte di Casona, sotto il quale ci si può regalare un fresco pediluvio, si entra nel Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina. Incontriamo i primi boschi del Cammino che ci accompagneranno anche nella tappa successiva. Dopo un alternarsi di saliscendi arriviamo al magnifico Sentiero dei Ponticelli. Il tempo sembra essersi fermato, si avverte la sensazione di essere entrati in un mondo incantato.
Ancora una salita, durante la quale l’incontro con Zio Teofilo ci ricorda l’importanza del tempo che governa il ciclo della natura. Usciti dal bosco lo sguardo corre veloce per accarezzare la catena dell’Appennino settentrionale, ma non può non fermarsi su due guglie che si lanciano con forza verso l’alto, come se volessero riempire uno spazio di vuoto immenso. Sono i Sassi di Roccamalatina, uno dei luoghi più conosciuti dell’intero Cammino dell’Unione.
Prima di raggiungerli ci aspetta un’altra sorpresa: la pieve di epoca romana di Pieve di Trebbio. Un luogo di rara bellezza, perfettamente conservato. Siamo a fine tappa, sicuramente stanchi con il desiderio di raggiungere il luogo dove passare la notte, ma vale la pena fermarsi per una sosta. Non sarà tempo sprecato quello che dedicheremo a riflettere sulla tappa che sta per terminare. Un monte che sembra il Calvario, poi calanchi di argilla, piccoli borghi che presidiano il territorio, una quercia che domina la piazza di un paese, il Panaro che ristora piedi affaticati, poi ancora i ponticelli, Zio Teofilo, un’antica pieve e per finire i Sassi di Roccamalatina.
Una tappa ricca, ci manca solo l’avvistamento di un falco pellegrino che ci ricordi chi siamo.
03. PERCORSO
Partenza da Levizzano: Seguiamo le indicazioni della Via Romea Nonantolana occidentale fino a Denzano. Risaliamo via Celestino Cavedoni fino ad arrivare di fronte alla chiesa parrocchiale dove giriamo a sinistra e prendiamo Via Bedine (prestare attenzione perché ci troviamo su una strada provinciale). Dopo 1,5 Km dalla partenza giriamo a destra in discesa su un sentiero sassoso che costeggia filari di vite. Oltrepassiamo l’incrocio e arriviamo in Via Oltre Guerro dove giriamo a sinistra (controllare i nomi delle vie, molte contengono il riferimento al torrente Guerro). Seguiamo la via, passiamo un ponte e continuiamo fino a incontrare una strada che sale alla nostra sinistra. Un cartello indica che è una strada privata, ma la prendiamo ugualmente, non ci saranno problemi. Da qui inizia il primo tratto in salita della giornata che ci porterà fino al Monte Tre Croci. Per il momento camminiamo ancora su asfalto, ma ben presto il sentiero diventerà sterrato. Teniamo la sinistra per evitare di entrare in una casa privata, passiamo di fianco a un gruppo di case diroccate ed è già possibile vedere le Tre Croci. Arrivati sul monte Tre Croci (km 4,200) La vista spazia sul territorio circostante, a sinistra il borgo antico di Denzano, leggermente a destra i Santuario di Puianello, meta di tappa della Via Vandelli, mentre più indietro il castello di Levizzano e il campanile di Castelvetro. È un luogo affascinante che merita una sosta. Lasciamo le Tre Croci dirigendoci in discesa su strada bianca, passiamo di fianco a una casa che rimane sulla nostra destra, mentre a sinistra c’è un piccolo laghetto, subito dopo giriamo a sinistra e ci dirigiamo verso il borgo antico di Denzano. Siamo al km 5,500 dalla partenza. Arriviamo in corrispondenza del cimitero che troveremo sulla nostra destra, noi giriamo a sinistra verso il borgo. Da qui il Cammino dell’Unione si sovrappone al sentiero numero 412 che seguiremo fino all’ingresso di Marano sul Panaro. È consigliata una visita al borgo di Denzano, in modo particolare alla chiesa con la terrazza in corrispondenza del portone di ingresso e all’abside romanica che ricorda per stile e fattezze quella del Duomo di Modena. Scendendo dalla chiesa giriamo a sinistra e continuiamo, prima su sterrato poi su asfalto in ripida discesa su via Rio Valle e sentiero 412. Al fondo della vallata in corrispondenza di una curva a gomito a sinistra, lasciamo Via Rio Valle prendendo il sentiero 412 sulla nostra destra. Saliamo fino a Villabianca e ci troviamo di fronte l’Acetaia Sereni. Giriamo a destra su Via Villabianca e dopo 500 mt giriamo ancora a destra in direzione dell’azienda vitivinicola Poggio Murazzo che oltrepassiamo lasciandocela alla nostra destra. Proseguiamo su sentiero che si snoda tra i filari di vite e scendiamo fino a raggiungere le prime case di Marano sul Panaro. Sulla sinistra vedremo impianti sportivi e un’antica fornace con una ciminiera molto alta ancora intatta. Noi andiamo a destra su Via Gramsci che seguiamo fino a raggiungere il centro del paese in Piazza Matteotti. Prima del paese salutiamo il sentiero 412 che prosegue a destra mentre noi andiamo verso il centro di Marano. La tappa di oggi è la più impegnativa, chi ha tempo (1 giorno in più) può fermarsi a Marano sul Panaro e spezzare in due la seconda tappa. In questo caso ci si può fermare a dormire consultando l’elenco delle strutture ricettive. In Piazza Matteotti (km 11,500 da Levizzano) troviamo sulla destra la chiesa parrocchiale, a sinistra la bella piazza pedonale con una quercia al centro e una fontana chiamata La Grama. Una vecchia canzone popolare sottolineava che il forestiero che avesse fatto un giro intorno alla fontana si sarebbe innamorato di una ragazza maranese e non sarebbe mai più ripartito. A Marano troviamo tutti i servizi, consigliamo di fare provviste o mangiare, il prossimo punto ristoro sarà infatti al ponte della Casona ma mancano ancora circa 7 km. Scendiamo lungo la piazza e giriamo subito a destra in Via Roma che percorriamo fino a incrociare la SP4 Fondovalle che attraversiamo utilizzando le strisce pedonali. Proseguiamo pochi metri su Via Geminiano Valeriani e ci immettiamo subito in un sottopasso a destra che ci porta direttamente sul percorso natura del fiume Panaro dove ritroviamo la Via Romea Nonantolana occidentale. Teniamo sempre la destra in modo da avere il fiume alla nostra sinistra. Attraversiamo un parco fluviale molto frequentato d’estate, è presente anche una baracchina che serve bevande e alimenti. Alla fine del parco giriamo a destra per attraversare un piccolo ponte di legno e poi subito a sinistra, lasciandoci il campo sportivo alla nostra destra e poi alle spalle. Teniamo il sentiero per circa 6 km fino al ponte della Casona. Dopo il campo sportivo da segnalare sulla destra una coltivazione di luppolo autoctono, utilizzato per la produzione di birre artigianali, che fa di Marano il paese del luppolo. Il sentiero è piacevole, sterrato e a stretto contatto con la natura e il fiume. Arriviamo alla Casona in corrispondenza del ponte, giriamo a sinistra per attraversarlo e immettersi su via Fondovalle. Da questo punto in poi, fino al termine della tappa di domani, cammineremo sul sentiero 400/2 e itinerario 1 del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina. Passato il ponte, sulla sinistra troviamo il bar trattoria Al Fiume, mentre sulla destra c’è un’area picnic. Da Levizzano abbiamo percorso circa 17 km. Si può pensare a una sosta mettendo i piedi nell’acqua fresca del Panaro. Dopodiché continuiamo in leggera salita su strada asfaltata, al primo bivio teniamo la destra e dopo 1,1 km dal ponte giriamo a sinistra seguendo le indicazioni del sentiero 400/2 e dell’itinerario 1. Siamo all’interno del Parco dei Sassi di Roccamalatina.
Per chi sceglie punto tappa Agriturismo Cà Cassanello seguire via Fondovalle per 4,4 km fino al bivio con via Castellino. Giriamo a destra e dopo 200 mt troviamo il chiosco La Quiete e subito dopo l’Agriturismo Cà Cassanello. Facendo questa scelta perderemo il bel sentiero dei Ponticelli, la Pieve Romanica e l’arrivo ai Sassi di Roccamalatina. Se non si è troppo stanchi consigliamo di seguire il tracciato ufficiale e raggiungere l’Agriturismo Cassanello dal parcheggio di Pieve di Trebbio.
Per chi fa tappa a Pieve di Trebbio o Roccamaltina: Dopo aver girato a sinistra sull’itinerario 1 nei pressi di Rio Frascara, prima di entrare nel bosco, incontriamo interessanti formazioni argillose (calanchi). Incrociato il corso d’acqua, all’ombra del bosco, ci immergiamo in una natura insolita e suggestiva. Inizia infatti un sentiero caratterizzato da 18 ponticelli di legno di diverse fattezze che attraversano ripetutamente il Rio Frascara. Varcato l’ultimo, il sentiero inizia a salire in ripida ascesa, tuttavia non troppo lunga, durante la quale incontreremo una presenza curiosa a cui è stato dato il nome di Zio Teofilo. Al termine della salita si esce dal bosco, si gira a sinistra e ci si dirige verso la Pieve romanica. Oltrepassata la chiesetta e l’adiacente battistero (consigliatissima la visita) proseguiamo su asfalto e per la prima volta, davanti a noi, ammiriamo le imponenti guglie dei Sassi di Roccamalatina. Ci troviamo in un contesto naturale unico e irripetibile. La meta di tappa è raggiunta, ora bisogna dirigersi verso il punto accoglienza. Ricordate che Pieve di Trebbio non offre molto ed è necessario organizzare preventivamente cena e colazione. Per chi ha prenotato a Cà Rastelli, sistemazione in camera o in tenda, una volta giunti al parcheggio di Pieve di Trebbio si gira a destra (ci sono già le indicazioni per l’agriturismo) seguendo i sentieri 1A e 3. Dopo 200 mt si gira a destra e si sale fino al culmine del piccolo insediamento, dove troviamo in posizione panoramica l’agriturismo Cà Rastelli. Per chi dorme al Borgo di Sopra o a Roccamalatina dal parcheggio continuare per 800 mt in direzione dei Sassi, sul sentiero 400/2 e itinerario 1 (lo stesso che dovranno seguire il giorno successivo coloro che si sono fermati all’agriturismo). Arrivati in corrispondenza della Locanda Il Faro, chi ha prenotato lì è arrivato, chi deve andare al Borgo di Sopra scende su strada sterrata a destra e chi dorme a Roccamalatina deve seguire Via Sassi per circa 1,5 km o chiedere servizio navetta direttamente alla struttura.
Note per il giorno successivo: consigliato rifornirsi di cibo. Tappa breve, a Samone si incontrano bar e trattoria, ma partire con una scorta di emergenza è una buona idea (Alto Forno possibilità di prenotare un cestino dolce e salato – prenotarlo il giorno prima).
04. DA VEDERE
Denzano: Torre matildica ed esterno della chiesa.
Marano sul Panaro: Piazza Matteotti con quercia e fontana La Grama.
Pieve di Trebbio: antica pieve romanica.
Borgo di Sopra: vista dei Sassi e salita (consigliata) al Sasso della Croce. (Valutare se rimandarla alla mattina seguente – la tappa n° 3 è decisamente più corta)
05. ENOGASTRONOMIA
Da Marano in poi, fino al ritorno a Vignola ci troviamo in un territorio dove la cucina regala piatti indimenticabili: Tortellini in brodo, Tortelloni di ricotta ed erbette, Lasagne alla bolognese, Tigelle o Crescentine e Gnocco Fritto accompagnati da salumi (su tutti il prosciutto DOP di Modena), formaggi tipici e l’immancabile “pesto”: un condimento a base di lardo ed erbe aromatiche perfetto per farcire le tigelle. Il cibo più insolito, che si trova solo in queste zone è il Borlengo, una sfogliata che si mangia con le mani tradizionalmente condita con il lardo, ovviamente!